ALIMENTAZIONE DELLE VACCHE IN ESTATE: STRATEGIE PER CONTRASTARE LO STRESS DA CALDO NEI BOVINI
L’estate rappresenta un periodo critico per l’allevamento delle bovine da latte, in cui la gestione alimentare deve necessariamente adattarsi a condizioni ambientali sfavorevoli. L’aumento delle temperature, spesso accompagnato da elevati livelli di umidità, espone i bovini a uno stress termico che compromette ingestione, metabolismo, produzione e fertilità. La cosiddetta zona di termoneutralità, ovvero il range di temperatura compreso tra 15 e 25 °C all’interno del quale l’animale non necessita di attivare meccanismi di termoregolazione, viene frequentemente superata nei mesi estivi, determinando l’instaurarsi di condizioni croniche di disagio fisiologico.
In questo contesto, l’alimentazione delle vacche in estate diventa uno strumento strategico per mitigare gli effetti dello stress da caldo nei bovini. Non si tratta solo di bilanciare nutrienti, ma di rimodulare l’intera razione e la gestione della distribuzione alimentare secondo le risposte comportamentali e fisiologiche dell’animale.
LO STRESS DA CALDO NEI BOVINI: IMPLICAZIONI FISIOLOGICHE E PRODUTTIVE
Il superamento della soglia critica del THI (Temperature-Humidity Index) pari a 72–73 comporta effetti metabolici rilevanti: calo dell’ingestione di sostanza secca fino al 30%, aumento della frequenza respiratoria oltre gli 80 atti/minuto, alterazioni del pH ruminale e riduzione della produzione lattea. Il bilancio energetico peggiora, anche a fronte di una riduzione del latte prodotto, perché l’animale consuma energia per dissipare calore.
Questo quadro non solo determina perdite economiche immediate, ma si ripercuote anche sulla salute immunitaria e sulla fertilità, spesso compromettendo anche la stagione produttiva successiva, come evidenziato dalla “sindrome della bassa produzione autunnale”.
STRATEGIE ALIMENTARI PER L’ESTATE: DALLA FORMULAZIONE ALLA DISTRIBUZIONE
1.Adattamento dei foraggi: digeribilità e stabilità microbiologica
La qualità dei foraggi assume un ruolo cruciale. Durante l’estate è fondamentale somministrare fieni ed erbai altamente digeribili, ben conservati e freschi. Foraggi troppo fibrosi o contenenti elevate frazioni indigeribili deprimono ulteriormente l’ingestione. La stabilità dell’unifeed deve essere garantita riducendo al minimo il tempo di permanenza in mangiatoia, evitando l’esposizione prolungata all’ossigeno che favorisce le fermentazioni indesiderate. Per questo motivo è consigliabile preparare e distribuire la miscelata poco prima della somministrazione
2. Ribilanciamento energetico: attenzione alla fermentazione ruminale
Nei mesi caldi, pur in presenza di una minore ingestione, i fabbisogni energetici aumentano. Tuttavia, l’incremento della densità energetica non deve comportare un sovraccarico ruminale. È pertanto consigliabile:
• Ridurre le fonti di amido rapidamente fermentescibili (es. orzo, frumento);
• Preferire cereali a rilascio lento (es. farina di mais grossolana);
• Utilizzare zuccheri semplici e glicole propilenico per aumentare la disponibilità glucidica senza stimolare eccessive fermentazioni;
• Valutare l’integrazione di grassi rumino-inerti, in quantità che mantengano il contenuto lipidico complessivo sotto il 6% della sostanza secca.
3. Frazioni proteiche: meno degradabili, più funzionali
L’alterazione del profilo ormonale dovuta al caldo (GH, IGF-1) suggerisce l’inclusione di fonti proteiche a basso tasso di degradazione ruminale, come soia tostata, glutine di mais e farine trattate. Il supplemento di aminoacidi rumino-protetti (metionina e lisina) può sostenere la sintesi proteica, la fertilità e la funzione epatica.
4. Minerali ed elettroliti: correggere squilibri e sostenere l’omeostasi
La perdita di elettroliti tramite sudorazione e respirazione accelerata impone una riformulazione minerale della dieta estiva. È necessario:
• Aumentare l’apporto di sodio, potassio, magnesio;
• Limitare il cloro per ridurre il rischio di acidosi metabolica;
• Integrare bicarbonato di sodio per tamponare il pH ruminale.
L’equilibrio osmotico e la funzionalità muscolare sono fortemente influenzati dalla corretta mineralizzazione della dieta.
5. Antiossidanti e immunostimolanti: proteggere le difese
Il danno ossidativo e l’immunosoppressione estiva richiedono un’integrazione mirata di:
• Vitamina E e A, essenziali per la funzione cellulare;
• Selenio, zinco, manganese e rame in forma organica (chelata), più biodisponibili anche in condizioni di alterato assorbimento intestinale.
L’integrazione vitaminico-minerale si riflette positivamente anche sulla qualità del latte, riducendo le cellule somatiche.
6. Gestione dell’acqua: il primo nutriente
L’idratazione è la base di ogni strategia anti-stress. Una vacca può superare i 100–120 litri di consumo idrico al giorno, con velocità di assunzione fino a 24 litri/minuto. È essenziale:
• Offrire acqua sempre disponibile, fresca (<20 °C) e pulita;
• Aumentare il numero di abbeveratoi (inclusi quelli in uscita dalla sala di mungitura);
• Controllare il flusso di erogazione (≥10–15 l/min);
• Pulire regolarmente vasche e abbeveratoi per prevenire proliferazioni batteriche.
La disponibilità di acqua è direttamente correlata alla produttività e alla salute della mandria.
GESTIONE DELLA DISTRIBUZIONE E COMPORTAMENTO ALIMENTARE
L’alimentazione delle vacche in estate non si esaurisce nella formulazione della razione. Anche la tempistica e la frequenza di distribuzione influenzano l’ingestione:
• Somministrare l’unifeed nelle ore fresche (mattino presto e tardo pomeriggio);
• Raddoppiare i passaggi in mangiatoia per stimolare l’assunzione anche nei soggetti subordinati;
• Utilizzare sistemi di alimentazione automatica per una maggiore regolarità e freschezza dell’unifeed;
• Evitare che l’alimento resti troppo a lungo esposto al calore, con rischio di fermentazioni e perdita di appetibilità.
• Evitare che la vacca si concentri solo sul concentrato e non sul piatto unico con il rischio che si esponga al rischio di acidosi ruminale
Ogni mandria ha un proprio equilibrio, e il comportamento delle bovine è un indicatore sensibile del loro stato di benessere. Riduzione del tempo di alimentazione, respirazione affannosa o selezione eccessiva del cibo sono segnali da non sottovalutare. La capacità dell’allevatore di adattare la nutrizione in funzione della risposta dell’animale rappresenta una competenza chiave per contrastare il calo della produzione nella fase estiva
CONCLUSIONI
L’alimentazione delle vacche in estate non può prescindere da una gestione multifattoriale e personalizzata. Lo stress da caldo nei bovini non è solo un problema ambientale, ma un complesso squilibrio fisiologico che richiede interventi nutrizionali, gestionali e strutturali coordinati. L’obiettivo non è solo mantenere le performance, ma salvaguardare la salute e il benessere dell’animale, garantendo continuità produttiva anche nei mesi successivi.
Un’efficace strategia estiva si basa su:
• Razioni formulate con alimenti digeribili e stabili;
• Corretto bilancio di energia, proteine e minerali;
• Integrazione funzionale antiossidante e immunitaria;
• Gestione efficiente dell’acqua e della distribuzione alimentare;
• Osservazione costante della mandria e adattamento dinamico.
In un’epoca in cui il cambiamento climatico amplifica le sfide estive, la capacità dell’allevatore di anticipare i bisogni della bovina e intervenire in modo tempestivo rappresenta il vero discrimine tra un’estate problematica e una stagione gestita con successo.