ALIMENTAZIONE DELLE VACCHE IN PRE-PARTO E STRATEGIE PER OTTIMIZZARE LA TRANSIZIONE DELLE BOVINE
ALIMENTAZIONE DELLE VACCHE IN PRE-PARTO E STRATEGIE PER OTTIMIZZARE LA TRANSIZIONE DELLE BOVINE
La fase di asciutta e il periodo di transizione rappresentano momenti strategici e delicati nella gestione della bovina da latte, in cui si gettano le basi per il successo della lattazione successiva e per la salute generale dell’animale. L’asciutta, che va dalla fine della lattazione fino a circa tre settimane prima del parto, non è semplicemente un periodo di “riposo” per la ghiandola mammaria, ma un momento fisiologicamente attivo in cui l’organismo della bovina riorganizza le proprie riserve energetiche e metaboliche, rigenera il tessuto mammario e prepara il sistema immunitario ad affrontare il parto.
Segue il periodo di transizione, che comprende le tre settimane prima e dopo il parto, considerato dalla letteratura internazionale uno dei momenti più critici dell’intero ciclo produttivo della bovina. In questa finestra temporale l’animale affronta cambiamenti fisiologici complessi: un aumento esponenziale dei fabbisogni energetici e proteici dovuto all’inizio della lattazione, una fisiologica riduzione dell’ingestione di sostanza secca e una profonda ristrutturazione metabolica che può portare a un bilancio energetico negativo (NEB). Questa condizione non solo influenza la produzione di latte, ma ha effetti diretti sulla ripresa della ciclicità ovarica, sulla fertilità, sull’immunocompetenza e sulla resistenza alle patologie metaboliche e infettive.
La corretta gestione di queste fasi, con un approccio integrato che unisca alimentazione mirata, monitoraggio dello stato corporeo e benessere ambientale, rappresenta un investimento fondamentale per garantire performance produttive elevate, ridurre le problematiche sanitarie e migliorare la redditività dell’allevamento. Le evidenze scientifiche dimostrano che le decisioni prese in queste settimane influenzano l’intera lattazione e, spesso, anche quella successiva.
1. DIFFERENZE TRA ASCIUTTA E TRANSIZIONE
Durante l’asciutta, i fabbisogni energetici e proteici sono modesti: la priorità è preservare la funzionalità ruminale con foraggi a fibra lunga e strutturata, contrastando la riduzione di spazio dovuta alla crescita fetale.
Nella transizione, invece, l’animale affronta un forte stress metabolico. Aumentano i fabbisogni, cala l’ingestione di sostanza secca e si instaura un bilancio energetico negativo (NEB). Questo stato induce una mobilizzazione massiccia di grasso e proteine muscolari, con incremento dei NEFA e rischio di chetosi. Contemporaneamente, si osserva una riduzione dell’immunocompetenza e un’attivazione infiammatoria che possono favorire patologie post-parto.
2. ALIMENTAZIONE DELLE VACCHE IN PRE-PARTO
Il piano alimentare in asciutta deve coprire i fabbisogni evitando sovralimentazione energetica, che porta a BCS elevati (>4) e aumenta i rischi metabolici.
• Energia: 0,65–0,75 UFL/kg s.s.
• NDF: 45–50% s.s., ADF 35–40% s.s.
• Proteina: 11–13% s.s., più degradabile rispetto alla lattazione
• Vitamine: A 150.000 UI, E 500–1.000 mg, D 15–20.000 UI
Gioca un ruolo cruciale la nutrizione pre-parto: bovine con BCS più alto al parto (3,0 vs 2,0) hanno ridotto l’intervallo parto–prima ovulazione di circa 9 giorni e migliorato peso vivo, accrescimento dei vitelli e produzione di latte. Questo effetto è stato più marcato rispetto all’alimentazione post-parto, che ha influenzato soprattutto il peso e le proteine del latte, ma non significativamente la ripresa dell’attività ovarica.
3. CLOSE-UP E ADATTAMENTO
Negli ultimi 15–20 giorni pre-parto (“close-up”), la dieta deve avvicinarsi a quella della lattazione, aumentando gradualmente la quota di concentrati e mantenendo fibra fisica. L’integrazione con glicole propilenico (200–500 g/capo/giorno) e vitamine E (3.000–4.000 mg) e selenio (5–10 mg) sostiene metabolismo ed immunità.
4. LA TRANSIZIONE DELLE BOVINE: METABOLISMO E RIPRODUZIONE
Il NEB nelle prime settimane di lattazione può portare a perdite di 25–35 kg di tessuto muscolare e oltre 50 kg di grasso corporeo. Oltre alle conseguenze produttive, il NEB è strettamente legato alla ripresa riproduttiva: un bilancio energetico negativo profondo e prolungato allunga l’intervallo parto–prima ovulazione.
Il BCS al parto si è confermato indicatore predittivo della capacità riproduttiva: animali meglio nutriti in pre-parto, con BCS 3, hanno avuto follicoli dominanti più grandi e a crescita più rapida, riducendo la durata dell’anaestro.
5. COW COMFORT E GESTIONE AMBIENTALE
Lo spazio in mangiatoia deve essere di almeno 77 cm/capo, evitando sovraffollamento. La riduzione della competizione e la presenza di aree di riposo confortevoli favoriscono l’ingestione e riducono lo stress, con effetti positivi su NEB e fertilità.
Il sovraffollamento in pre-parto aumenta la competizione e riduce l’ingestione della razione, aggravando il NEB. In condizioni di stress, anche con dieta bilanciata, la ripresa dell’attività ovarica nei nostri animali può essere ritardata.
6. STRATEGIE NUTRIZIONALI MIRATE
Per limitare il NEB e sostenere la ripresa riproduttiva nella transizione:
• Aumentare la densità energetica della dieta con carboidrati fermentescibili e grassi protetti.
• Utilizzare proteine by-pass di alta qualità per ridurre la mobilizzazione muscolare.
• Fornire aminoacidi funzionali (metionina, lisina) e antiossidanti.
• Monitorare DMI, BCS e parametri metabolici (NEFA, BHB).
7. COLLEGAMENTO LATTE–FERTILITÀ
L’alimentazione in pre-parto influenza non solo la fertilità ma anche la produzione e la composizione del latte: un piano nutrizionale alto in pre-parto ha aumentato la produzione media giornaliera da 5,05 a 7,23–8,51 kg/giorno e il contenuto in grasso. L’alimentazione post-parto ha inciso maggiormente sulle proteine.
Questi dati mostrano che il sostegno nutrizionale nelle ultime settimane di gravidanza crea le basi sia per una lattazione produttiva sia per una rapida ripresa della ciclicità ovarica.
CONCLUSIONI
L’alimentazione delle vacche in pre-parto e la gestione della transizione delle bovine devono essere viste come una prosecuzione fisiologica e gestionale. La nutrizione pre-parto, più della post-parto, influenza il BCS, la ripresa ovarica e la produttività complessiva. Un BCS ottimale (3,25–3,75) al parto è associato a NEB meno marcato, migliore funzionalità follicolare e minore intervallo parto–prima ovulazione.
La gestione deve integrare:
• un piano alimentare mirato per evitare eccessi o deficit energetici,
• strategie per massimizzare l’ingestione nella transizione,
• un ambiente che riduca competizione e stress.
Il risultato è una vacca che entra in lattazione in equilibrio metabolico, con una produzione sostenuta e un ritorno in calore tempestivo, elementi chiave per la redditività dell’allevamento e il benessere dei nostri capi.